La mafia degli intelligenti

Alla Noce (Ferdinando Scianna)

Quando mi è stata offerta la possibilità di scrivere su IlFattoNisseno, nel gennaio del 2013, mi sono chiesto come mai Leonardo Sciascia che è stato il primo a scrivere di mafia – con Il giorno della civetta – e forse anche l’ultimo, non abbia mai subito un attentato o la benché minima intimidazione. Nel dubbio decisi di far esordire IlFattoGlobale proprio con questo argomento: La mafia desnuda. Ed è con lo stesso dubbio che il 28 novembre 2014 sono stato a Racalmuto in occasione del 25° anniversario della scomparsa di Sciascia celebrato dalla Fondazione che porta il suo nome.

grassoAd aiutarmi a scioglierlo, quel dubbio, è stato anzitutto il Presidente del Senato Pietro Grasso, intervenuto con una Lectio Magistralis dal titolo “L’impegno civile di Sciascia”. Sulla quale non sto certo a fare commenti, proponendo invece il testo integrale e il servizio televisivo realizzato da Agrigento Tv con l’intervista a Grasso. Ma a convincermi infine del tutto è stato il video-messaggio inviato dal maestro Andrea Camilleri. E in particolare l’episodio che lo vide protagonista insieme a Sciascia.

Giunto in contrada Noce, nel buen ritiro di campagna dove Sciascia lo aveva invitato a raggiungerlo, Camilleri non lo trovò. Chi lo accolse gli disse di accomodarsi, che lo avrebbero cercato per telefono per avvertirlo del suo arrivo. Ma Camilleri rifiutò dicendo che sarebbe andato lui stesso a cercarlo in paese. Arrivato a Racalmuto cominciò a chiedere ai paesani se per caso avessero visto Sciascia “il maestro… lo scrittore… Sciascia”. Macché, nessuno lo conosceva. Neanche sentito nominare.

camilleriE così continuando a chiedere nonostante i dinieghi Camilleri arrivò fino in fondo al corso, dove finalmente incontrò Sciascia: “Benvenuto, prendiamoci un caffè”. Camilleri fece per infilarsi nel primo bar a tiro, ma Sciascia lo bloccò: “No non questo, laggiù in fondo”. E prendendolo sottobraccio gli fece rifare a piedi tutto il corso. Improvvisamente tutti conoscevano Sciascia, tutti lo salutavano, notò Camilleri. E senza dire niente al suo ospite pensò: “Allora prima lo proteggevano”.

IlFattoFemminile/ La “Strada degli scrittori” è donna

Lina Riccobene

In auto, viaggiando sotto la pioggia tra buche e fanghiglia, pensavo sarebbe stata un’intervista tra le più difficili e complesse. E invece tutti i timori si sono sciolti in pochi minuti seduto in un elegante salotto affacciato sul castello arabo-normanno di Delia e davanti a un buon caffè. Grazie a Lina Riccobene, donna di molte virtù, interessi e iniziative – un personaggio unico e raro nel panorama della provincia di Caltanissetta – insomma un vulcano. Ma rassicurante, che non travolge, che non distrugge. Anzi, costruisce, coinvolge e diverte. Osservazioni le sue sempre puntuali, circostanziate e illuminanti.

Un mix tanto inestricabile quanto convincente di esperienza da insegnante elementare, di psicologa, di saggezza popolare, di commedia brillante, di poesia e non ultima di mamma e nonna. Un esempio lampante è il suo pensiero sulla questione femminile, quella per cui questa stessa rubrica è nata: «Sì è vero – dice – il ruolo delle donne è cambiato. Ma anche noi sbagliamo. E il primo nemico della donna è la donna stessa. Proprio per questo è necessario che ci assumiamo le nostre responsabilità senza scaricarle sugli uomini. Io ho grande rispetto per l’uomo. La figura maschile è fondamentale per la donna. La quale pur essendo diventata attiva, dinamica, intraprendente e perche no anche dominante ha sempre bisogno di sentirsi rassicurata, protetta ». [Read more…]