Mattarella l’Arbiter Elegantiarum Institutionis

Sergio Mattarella

Ammesso e anche concesso che l’idea “Sergio Mattarella Presidente della Repubblica” sia del Presidente del Consiglio Matteo Renzi il premier non ne esce poi così bene dall’elezione del primo presidente siciliano della storia repubblicana. L’aver portato al Quirinale un democristiano della prima repubblica lo trasforma da rottamatore in restauratore, passando dalla “smisurata ambizione” manifestata appena diventato premier a “io non voglio impormi a tutti i costi” affermato nel corso della trasmissione Porta a Porta pochi giorni dopo l’elezione di Mattarella. Da sodale di Silvio Berlusconi e del Patto del Nazareno a traditore dello stesso. Ma al di là delle facili ironie bisogna riconoscere al premier di aver scelto un arbitro davvero imparziale, erede della buona tradizione politica democristiana adusa alla mediazione, che poi è il vero mestiere di chi fa politica, e del tutto priva di cattivi odori di mafia o corruttela.

Proprio quell’arte della mediazione e dell’eleganza istituzionale che sono mancate completamente a Renzi, il quale in meno di un anno è riuscito a litigare praticamente con tutti: insegnanti, pensionati, partite Iva, risparmiatori, proprietari immobiliari e agricoli, banche, forze dell’ordine, la sinistra del Pd, sindacati e lavoratori, Unione europea e pubblica amministrazione. Con annunci di riforme, di cui non è in discussione la necessità, non preparati da un adeguato lavoro di relazioni di corridoio né seguite da concertazione, bensì da rinnovata arroganza. [Read more…]

Restituire la fiducia

Enrico Letta e Matteo Renzi

“Coniugare crescita e rigore”. Così il polacco Donald Tusk ha esordito insediandosi nella carica di Presidente del Consiglio dell’Unione europea e subentrando a Herman Van Rompuy. Un posto che da sempre è ad appannaggio di una persona indicata dal Bilderberg, il Comitato internazionale che influenza gli equilibri monetari, finanziari e sociali di tutto il mondo. Su quella poltrona avrebbe dovuto esserci però Enrico Letta, ma la insensata pervicacia e ripicca ha condotto Matteo Renzi a respingere la prestigiosa offerta del Bilderberg all’Italia e a pretendere invece l’irrilevante e senza portafoglio Commissario agli Esteri: portando così l’Italia, come mai era successo prima, fuori da tutte le stanze che in Europa contano davvero.

Se il Bilderberg si esprime in tali termini vuol dire che la ferrea alternativa tra austerity e crescita proclamata in lungo e in largo da Renzi è falsa. Egli in definitiva se continua a chiedere di allentare il rigore sui conti pubblici finisce per essere il frontman della partitocrazia consociata che vuole continuare a banchettare alle spalle del popolo e delle istituzioni finanziarie. Ma come si è arrivati a questo punto?

Secondo quanto risulta a IlFattoGlobale tutto è iniziato il 4 gennaio 2014 a Napoli. Dove è stato tacitamente siglato un accordo bancario internazionale tra i Rothschild, storici finanziatori della politica, e lo Stato italiano. Accordo di cui erano informati sia il Governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il quale quel giorno si trovava a Napoli, a Villa Rosebery, insieme al sindaco Luigi De Magistris giunto in visita di cortesia. In realtà il patto pur prendendo le mosse dalla situazione italiana fu ben più ampio dell’Italia, coinvolgendo l’intera Europa. [Read more…]

Quale democrazia?

bobbioUna delle prime dispute di cui si abbia notizia intorno alle tre forme di governo – monarchia, oligarchia e democrazia – è narrata dallo storico greco Erodoto (484-425 a.C.). Otane, Megabizo e Dario discutono intorno alla futura forma di governo della Persia. A riproporla è Norberto Bobbio alla voce “democrazia” del Dizionario di politica curato insieme a Nicola Matteucci, redatto da Gianfranco Pasquino e pubblicato dalla UTET di Torino nel 1976.

Mentre Megabizo difende l’aristocrazia e Dario la monarchia, Otane prende le difese del governo popolare che chiama secondo l’antico uso “isonomia” (o uguaglianza delle leggi, o uguaglianza di fronte alla legge), con l’argomento che ancora oggi i sostenitori della democrazia ritengono fondamentale: «Come potrebbe essere cosa perfetta la monarchia, alla quale è lecito fare quello che vuole senza doverne rendere conto?».

Altrettanto classico è l’argomento con cui il fautore dell’oligarchia (e di rincalzo il fautore della monarchia) condannano la democrazia: «Nulla v’è di più stolto e di più insolente di una moltitudine incapace». Come può ben governare colui «che non ha ricevuto istruzione né ha conosciuto nulla di buono e di conveniente, e che sconvolge i pubblici affari buttandovisi dentro senza discernimento simile a un torrente in piena?». Sembra Matteo Renzi quello descritto da Megabizo circa 2.500 anni fa, se solo non avesse aggredito con una veemenza senza precedenti l’ordinamento democratico e la Costituzione Repubblicana in combutta con Silvio Berlusconi. O forse proprio per questo motivo. [Read more…]