La mafia desnuda

mutande-uomo-hello-kitty-maniaSi sono pentiti tutti. Addirittura 38 in un colpo solo. Lo scorso mese di novembre i componenti di una delle più note famiglie di Nuova York si sono dichiarati colpevoli davanti a una commissione d’inchiesta. Probabilmente il più grosso pentimento di tutta la storia della mafia. E proprio per questo non faremo né nomi né tantomeno cognomi. Quasi inutile poi ricordare l’estrema soddisfazione del Federal Bureau of Investigation.

Roba da far rivoltare nella tomba Lucky Luciano, che la “Cosa Loro” l’aveva inventata, organizzata ed esportata, mettendoci a capo uno tutto casa e ‘cosa’ come Joe Bonanno, l’ultimo a morire dei big boss americani. Quindi con una visione di lungo periodo degna di un Papa. Ma questo è soltanto uno dei motivi per i quali Luciano, nel numero di fine millennio (dicembre 1999) della rivista Time, è stato inserito tra le 20 personalità più influenti del ‘900. Il primo della lista era Albert Einstein.

Nel gennaio del 2012, tra l’altro, sono ricorsi i 50 anni dalla morte (per attacco cardiaco all’aeroporto di Napoli, nel 1962) dell’uomo venuto da Lercara Friddi (PA), che all’America fu obbligato dal padre, un operario tutto casa e lavoro, a cambiare il cognome da Lucania in Luciano per non disonorare la famiglia con la sua condotta di vita. Lucky poi, fortunato, perché sopravvisse a un atroce liscebusso durante il quale fu menato, sfregiato e lasciato appeso per la scapola a un gancio da macellaio.

Tuttavia, un anticipo sul dividendo della soddisfazione l’FBI l’aveva avuto qualche mese prima, nell’aprile del 2011. Quando un collaboratore di giustizia raccontò davanti al tribunale di New York la vicenda della sua affiliazione. Un fatto già intuito sia dagli inquirenti che dalla magistratura giudicante. Mai nessuno però lo aveva confermato né descritto così nel dettaglio.

Il giorno prestabilito il candidato venne prelevato a Manhattan e portato in un bar del Bronx,dove gli chiesero di depositare gli effetti personali: orologio, braccialetti, collana, documenti, soldi e pistola. Poi incappucciato lo portarono in un appartamento dove un picciotto facente funzioni di usciere lo fece ‘accomodare’ nel bagno, sostenendo che le altre stanze erano occupate da altri candidati.

Nella camera d’affiliazione, intanto, la scena era la solita di sempre, carica della sua ritualità: a finestre sbarrate due uomini d’onore stavano seduti a un tavolo sul quale era posata una pistola, una candela accesa, qualche ago e immaginette di santi.

Arrivato il suo turno il candidato viene raggiunto in bagno dall’usciere che gli intima di spogliarsi nudo: “ti devi spogliare!”. “Ma come?”. “Vabbé le mutande te le puoi tenere. Quando hai finito mettiti questo accappatoio”.
Incuriosito – e malcelatamente divertito insieme al resto dei presenti in aula – l’avvocato dell’accusa ha chiesto al pentito il perché di questa messa in scena anche umiliante per chi la deve subire. Ha risposto che secondo lui era un accorgimento per evitare che i candidati avessero addosso un registratore o peggio una telecamera.

Mutande a parte resta da chiedersi dove stia andando la mafia americana. La cui parabola se non affaristica quantomeno ‘morale’ è in evidente fase discendente da 50 anni a questa parte. E la scena criminale americana è sempre di più in mano ai e alle latinos. Nell’attesa di un nuovo codice d’omertà non ci rimane che “quello che le donne non dicono”, che potremmo battezzare “donnertà”, quella sì ancora in grado di confondere e depistare l’avversario, sia vestita, sia tanto più desnuda.

Lascia un commento